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La ruota, la croce e la penna

nel mondo di Cristo si è fermato a Eboli
 

Indagine foto-giornalistica di Antonio Pagnotta a cura di Graziella Salvatore.

Sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, con il Patrocinio del Comune di Eboli, Provincia di Salerno, Regione Basilicata, Regione Campania, Provincia di Torino, Comune di Aliano, Comune di Potenza, Comune di Matera e della Città di New York. 

 

Quasi quindicimila scatti, ventidue mesi di lavoro percorrendo l’Italia da sud a nord per giungere “all’altro mondo”, New York, alla ricerca dei discendenti dei personaggi di Cristo si é fermato a Eboli.

Intere generazioni sono cresciute attraversate dal libro Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo Levi. La pubblicazione del libro di Levi, che ha segnato profondamente la visione della Lucania e a volte ne ha svelato il volto antico, è stato un evento significativo per questa regione e per l’intero Mezzogiorno. Dopo Levi, gli intellettuali italiani saranno giudicati secondo il loro impegno nella questione meridionale.

 

Il progetto fotografico-socio-letterario, oltre alla sua valenza storica, ha ricostruito con poesia e rigore un nuovo panorama umano della società lucana dell'entroterra, del Mezzogiorno e in parte dell’Italia oltre Eboli, ma anche delle generazioni dopo Carlo Levi. Un panorama fatto di ritratti profondi, dolci, aspri e selvaggi come Levi amava dipingere dal vivo i suoi quadri.

 

Attraverso questo lavoro si è ricuperato il grande affresco sociale del “Cristo” che rappresentava il più formidabile strumento di conoscenza del Mezzogiorno, con i rischi di un’immagine congelata nel tempo.

 

La puntata che nessuno ha scritto
di Giovanni Russo

 “Le fotografie di Antonio Pagnotta sono una sorprendente testimonianza di come si possa non solo documentare una realtà, ma creare una suggestione letteraria e poetica, perché ricostruiscono un’atmosfera che poteva, a giusto titolo, ritenersi svanita e assumono l’autonomia di un saggio: sono in sostanza la continuazione attraverso la fotografia del libro di Carlo Levi, ne costituiscono come poteva accadere nei romanzi a puntate, la puntata che nessuno avrebbe scritto.

 

L’autore è andato alla ricerca dei figli, dei nipoti, degli amici, dei personaggi del Cristo che erano spesso bambini quando Carlo Levi viveva ad Aliano e ne ha fissato le immagini. Le foto sono accompagnate dalle didascalie della sociologa Graziella Salvatore, che sono qualcosa di molto più della semplice spiegazione dell’ambiente o del personaggio ritratto: in realtà, sono il racconto di quest’Aliano dei giorni nostri che permettono la comprensione del documento fotografico e aiutano a sentirne la già misteriosa suggestione.

 

É un racconto attraverso le didascalie che fa pensare al paziente ricamo cui, nelle lunghe serate invernali, si dedicavano le donne nel mondo contadino, un ricamo che ci permette di interpretare questa singolare raccolta fotografica come la ricerca proustiana, nel senso che si vuole dimostrare che il passato (in questo caso il passato di Aliano e del mondo di Carlo Levi) non è perduto... ”.

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